Ascoltatemi, signori di Sichem, e Dio ascolterà voi!
Si misero in cammino gli alberi
per ungere un re su di essi.
Dissero all’ulivo:
«Regna su di noi».
Rispose loro l’ulivo:
«Rinuncerò al mio olio,
grazie al quale
si onorano dèi e uomini,
e andrò a librarmi sugli alberi?»
Libro dei Giudici 9, 7-9
Le proprietà dell’olio di oliva sono apprezzate e riconosciute sin dagli albori dell’umanità. È ben noto il suo utilizzo nelle principali funzioni religiose e politiche: “ungere” con l’olio di oliva è da sempre simbolo di attribuzione di potere.
Nella mitologia greca, Zeus promise la città di Atene a chi gli avesse offerto il dono più utile per l’umanità. Tra gli dèi dell’Olimpo, Poseidone scagliò il suo tridente sulla roccia e ne fece uscire un cavallo, mentre Atena percosse la terra e ne nacque un olivo. Zeus preferì l’olivo al cavallo.
Olivo simbolo vitale
Nella tradizione Cristiana, Adamo chiese al Signore l’olio della misericordia prima di passare a miglior vita. Il figlio Set venne accolto nel paradiso terrestre, dove un angelo gli consegnò tre semi da porre tra le labbra del padre nel momento del trapasso. Set seguì tali disposizioni e, a distanza di qualche giorno dal seppellimento di Adamo accanto al monte Tabor, vide crescere un cedro, un cipresso e un olivo, simbolo vitale di una natura indistruttibile.
Anche nella religione musulmana l’olivo è considerato un albero sacro. Come cita il Corano:
La luce di Dio è come una lampada che prende il suo fulgore dall’olivo, albero benedetto.
I Romani perfezionarono la lavorazione ed il commercio dell’olio di oliva, simbolo di potere ma anche alimento essenziale della dieta mediterranea. Le invasioni barbariche successive alla caduta di Roma rischiarono di far sparire la cultura dell’olio. Furono i benedettini a ripristinarla e darle nuovo vigore.